ALL.NR.68) STORIA COMUNISTA ? OGNI TANTO DIAMOCI UN'OCCHIATINA !

 IN QUESTI GIORNI ho ulteriormente approfondito la ricerca sul "Mondo del Male" ossia quello nato ain Russia nel 1917 sotto il simbolo della morte ossia "La Falce  Martello" !


Ma lasciamo stare la sciocchezza degli oltre 200 milioni di morti in tutto il mondo ove quel satanico regime ha imperato e restiamo in Italia;
(Vedi la dettagliata ricerca del Prof. Corti Eugenio dal titolo "Comunismo, la terribile carneficina"); 
Per esempio mi è presente in Libreria "L'Oro di Mosca"  ossia un testo che da delle indicazioni ben precise su cosa sia stato il noto P.C.I. il quale ha vissuto alla grande contando sulla alleanza ferrea con la URSS la quale, visto che lo considerava il più fedele alleato di occidente, ogni anno, dal'51 al '91 versò al P.C.I. ben 24,5 miliardi delle vecchie lire; PUR non essendo ben ferrati in economia, si può ben capire che con tali somme, negli anni 50, '60 e '70, ci potevi cotruire quattro Fiat per ogni regione così che la disoccupazione sarebbe restata a zero, il P.I.L. sarebbe schizzato alle stelle e nessuno avrebbe parlato di debito pubblico italiano !;

LA STORIA riporta che le cose non sono andate proprio così poichè i responsabili del citato P.C.I., videro bene di dilapidare quella immensa fortuna in Yacht, panfili, ville, vacanze e bella vita mentre nei comizi gridavano "Faremo, diremo etc.!!!!!!!;

E si badi bene che l'unico che si salvava da quella............Banda o Cosca se preferiamo, era il Signor Enrico Berlinguer !
Infatti nel 1969, a Mosca, PRESE A PESCI IN FACCIA TUTTO IL SOVIET SUPREMO, vista la loro infame condiotta tenuta nel '68 nella Primavera di Praga;

Altresì aggiunse che se lui fosse stato il segretario del partito, avrebbe immediatamente rotto qualsiasi rapporto con quell'inferno e cioè con la citata URSS e sicuramente avrebbe anche riscritto anche lo statuto del partito facendone una grande forza "Liberale"ben  lontana dall'inferno sovietico !

Berlinguer divenne segretario del partito ma a pensarla così era "Solo" ed i cari "Compagni", erano ben lungi dal rinunciare ai 24,5 miliardi annui che giungevano da Mosca;

DI SEGUITO appare d'uopo ricordare che, coniderato il grave affronto che Berlinguer mosse nel '69 alla URSS, nel 1973, si tenne un altro convegno tra........"Partiti Fratelli" e questa volta in Bulgaria a ofia;
Berlinguer non esitò a confermare quanto aveva già detto a Moca, anche al segretario comunista bulgaro ma questi lo stoppò immediatamente asserendo che tutto ciò che faceva la Russia era giusto !
Berlinguer non replicò ma quando prese la sua vettura, con altre tre persone per recarsi all'aeroporto, fu vittima di UN ATTENTATO MORTALE RESTATO SEGRETIO PER BEN 18 ANNI DAL '73 AL '91;
In quell'attentato perse la vita sul colpo il suo interprete, un altro passeggero restò in coma mentre lui e la quarta persona restarono in ospedale per una settimana;
NESSUNO DEI COMUNISTIO BULGARI avvisò la sede del P.C.I. in Italia e quando Berlinguer rientrò si raccomandò di tacere sull'accaduto perchè con costoro c'era rischio pe la vita !
Ovviamente negli anni seguenti non mancò di ricordare che, dovendo scegliere avrebbe sicuramente poreferito stare sotto L'OMBRELLO DELLA NATO stando lontano da......oltre cortina;
E visto che ci siamo ricordiamo anche un altro piccolo..........."Dettaglio" ossia quello che, alla morte di Enrico Berlinguer, Giorgio Almirante si recò a lla sede del P.C.I. per porgere l'ultimo saluto ma attenzione............... NON andò a salutare il Segretario del P.C.I. ma bensì il Signor Enrico Berlinguer del quale conosceva i pensieri che purtroppo, vista la situazione, dovevano restare segreti;

MA LA COSA CHE CONFERMA che il P.C.I. si pretsò a quanto di più infame possa esistere è scritto e pubblicato su un altro libro ossia "Viaggio di Falcone a Mosca" !
INFATTI QUESTO TESTO fu scritto direttamente dal Dr. Valentin Stephankov, all'epoca Procuratore Generale di Mosca il quale nel febbraio del '92 fu invitato da Falcone per iniziare l'indagine sui FONDI NERI AL P.C.I. e Stephankov lo tranquillizzò immediatamente asserendo che negli archivi moscoviti erano presenti tutte le date e tutte le somme fatte pervenire al P.C.I. facendole transitare (Per sicurezza), da un conto svizzero;
Il Dr. Stephankopv decise di scrivere questo testo a futura memoria per far restare la verità su quanto stava facendo Falcone e conoscendo lui e Borsellino, a via Botteghe Oscure finiva in galera anche l'uscere !
Il P.C.I. quella valanga di miliardi la ripulì con le tante cooperative le quali in pratica facevano tutt'uno con Cosa Nostra;
Infatti i due Magistrati, restarono d'accordo che ai primi del mese di giugno, Falcone si sarebbe recato a Mosca a ritirare tutto il materiale necessario ma coem ben sappiamo, Falcone non fece mai quel viaggio a Mosca e bada bene che Stephankov consegnò quel materiale ad un altro funzionario italiano ma restò esterrefatto notando che in Italia tutto fu INSABBIATO !
Ed ecco la decisione di scrivere quel libro (Viaggio di Falcone a Mosca) per la stesura del quale, in lingua italiana, si fece aiutare dal conosciuto Sig. Bigazzi;
ED ORA VENIAMO ALLA CLAMOROSA CONFERMA DI CUI SOPRA e cioè, il libro L'Oro di Mosca si trova tranquillamente nelle librerie mentre "Viaggio di Falcone a Mosca", (Molto più devastante per lor signori), è stato ritirato da tutte le librerie e QUALCUNO..........................ne ha vietato la ristampa;
Comunque per notizia, lo si può leggere acquistandolo nella versione non cartacea ma Kindler, cosa che mi sto apprestando a fare;

SIGNORI la vergogna è sempre poco !

P.S.: Nelle more potete comunque dare un aletta aprendo il post che segue che è una anticipazione del libro !Viaggio di Falcone a Mosca" e di seguito vi rièporto anche la prefazione al citato testo:

 https://www.panorama.it/pista-rossa-morte-falcone-mosca
Una pista rossa per la morte di Falcone: nel 1992 si occupava ...

  • Libri
  • Il viaggio di Falcone a Mosca
  • Il viaggio di Falcone a Mosca

    Francesco Bigazzi, Valentin Stepankov

    Un filo rosso intessuto di tradimenti di Stato, trame dei servizi segreti, e soldi, tanti soldi, sembra legare indissolubilmente la strage di Capaci del maggio 1992, in cui furono uccisi Giovanni Falcone, sua moglie Francesca e gli agenti della scorta, ai nuovi poteri, soprattutto criminali, nati nel vuoto istituzionale e nell’instabilità politica generati dal crollo dell’ex Unione Sovietica.

    Un anno prima il procuratore generale della Federazione Russa, Valentin Stepankov, aveva iniziato a collaborare con il magistrato italiano nella comune indagine sugli aiuti finanziari concessi dal Pcus al Pci e sul ruolo giocato da mafia internazionale e organizzazioni terroristiche clandestine nella circolazione e nella gestione di quell’enorme flusso di denaro.

    Dopo il fallito golpe di Mosca dell’agosto 1991 e l’affidamento a Stepankov della relativa inchiesta, la visita del procuratore russo a Roma nel febbraio 1992 e l’incontro con Falcone costituiscono il primo atto di un’intesa destinata a interessanti sviluppi e formalizzata dalla promessa di un imminente viaggio del magistrato siciliano in Russia. Ma quella data, già appuntata nell’agenda delle due Procure, viene letteralmente cancellata dal più devastante attentato mafioso della storia, attuato con una tecnica militare così raffinata da far apparire subito la sua matrice quantomeno sospetta.

    Alla luce del lavoro e della testimonianza di Stepankov e sulla base di una notevole mole di documenti inediti e verbali di interrogatorio, tra cui la deposizione di Michail Gorbaciov, Francesco Bigazzi ricostruisce l’intreccio delittuoso che si era sviluppato tra «assistenza internazionale» del Pcus e dello Stato sovietico ai «partiti fratelli» e l’istituzione di conti segreti, tra l’ingegnoso quanto spregiudicato utilizzo di aziende partecipate dai partiti comunisti stranieri, di cui il sistema delle cooperative del Pci rappresentava un modello, e il possibile riciclaggio di quegli ingenti «contributi» da parte di organizzazioni criminali.

    Nel ripercorrere a oltre vent’anni di distanza la tragica stagione del «golpe balneare», l’inchiesta che ne seguì e i suicidi o le morti sospette dei più alti dirigenti della Russia di allora, appare sempre più evidente che Stepankov e Falcone avevano cominciato a sollevare il velo su uno degli scenari più misteriosi e inquietanti del panorama politico europeo del secondo dopoguerra, quello dei legami d’affari e di connivenza fra Pcus, mafia e partiti «fratelli». Una coraggiosa operazione di verità rimasta drammaticamente interrotta.


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